Per descrivere
i contenuti di quest’arte d’avanguardia contemporanea che si sviluppa a partire
dagli anni ’60 negli Stati Uniti, parto da una definizione tratta dal
dizionario (fonte: enciclopedia Treccani). Cosa significa il termine concetto? L’etimologia
della parola deriva dal latino concĕptu(m), participio passato del verbo
concipĕre (cum-capĕre) ossia
concepire, comprendere. Concetto è “ciò
che la mente concepisce di una cosa; rappresentazione mentale, idea: nozione che definisce l’essenza di
una cosa; opinione, giudizio, significato”. In filosofia: “pensiero, in quanto concepito dalla mente,
più in particolare idea, nozione esprimente i caratteri essenziali e costanti
di una data realtà che si forma afferrando insieme i vari aspetti di un
determinato oggetto che alla mente preme aver presenti nel suo complesso”. Secondo
la dottrina di Platone (e prima ancora quella di Socrate, cui già Aristotele ne
attribuiva la scoperta) il “concetto” fa conoscere l’essenza della cosa,
risulta astrazione di ciò che è intelligibile nella cosa stessa. Secondo la
teoria di Hegel è l’essenza stessa delle cose, ma il vero “concetto”, come
determinazione al tempo stesso logica e reale, va distinto dal “concetto” in
quanto determinazione puramente astratta, frutto dell’intelletto, non della
ragione. Per G. Frege la teoria del “concetto” appare correlata alla ricerca
sul problema del significato. A questo punto possiamo ben comprendere quanto
sia complessa la poetica che sottende all’Arte Concettuale che s’ispira al
concetto della realtà rappresentata piuttosto che alla realtà stessa e la cui
ricerca si concentra prevalentemente sul momento della progettazione e
dell’ideazione dell’opera e sull’analisi della comunicazione e del linguaggio.
Pertanto possiamo catalogare come Arte concettuale qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse sono
più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa. La
definizione di Arte Concettuale
nel contesto dell'arte contemporanea si deve a Joseph Kosuth (1945, in attività) per
definire il suo obiettivo di arte basata sul pensiero e non sul piacere
estetico. Le sue opere, generalmente, sono volte ad esplorare la natura
dell’arte, focalizzando l’attenzione sull’idea e la riflessione piuttosto che
produrre opere fine a sé stesse (non importanza del manufatto). Sono spesso affermazioni tautologiche, in quanto le opere
sono letteralmente ciò che viene affermato siano. E’ del 1965 l’opera “Una
e tre sedie” caratterizzata da una vera sedia, una sua rappresentazione fotografica ed un
pannello su cui era stampata la definizione da dizionario della parola “sedia”
con lo scopo di meditare sulla relazione tra immagine e parola. Si
possono suddividere le esperienze concettuali utilizzando due parole: “pensiero”
ed “azione”. Nel primo caso abbiamo artisti la cui attività, pur legata alla
produzione di opere concrete, si pone come messaggio prettamente intellettuale.
Nel secondo caso rientrano quelle esperienze artistiche che non producono opere
ma solo eventi temporalmente limitati, e la cui traccia rimane solo nella
testimonianza (fotografia e video) dell’evento stesso. A quest’ultima categoria
appartengono molta della Land Art e la Body Art, con due forme di azione
artistica definite happening e performance che, nonostante molte analogie, si
distinguono per la componente d'improvvisazione e del caso(da ricordare le
serate futuriste e il Cabaret Voltaire nel Dadaismo) anche con l’intervento
dello spettatore (che diventa attore a tutti gli effetti) tipica della prima
che non sempre ritroviamo nella performance, che spesso è pianificata
con un copione da parte dell’artista pertanto un’azione il cui esito non è
casuale ma è quello che specificamente l’artista vuole ottenere.
J. Kosuth Una e tre sedie (1965) |
J. Kosuth Una e tre lampade (1965) |
Joseph
Beuys (1921-1986) “lo sciamano dell’arte”. Due le performance più importanti
e famose.
I like America and America likes me (1974): la galleria newyorkese che la ospita
per tre giorni è la René Block Gallery. L’azione performante si basa sul
rapporto tra l’artista, ossia l’uomo, ed un animale selvaggio, un coyote che
rappresenta una figura simbolo degli antichi abitanti delle praterie americane,
simbolo della civiltà Navajo. Beuys, avvolto da una grande coperta in feltro
con in mano un lungo bastone da pastore, trascorre tre giorni in una gabbia
insieme al coyote. Pochi sono gli oggetti presenti all’interno, un giaciglio di
fieno collocato in angolo vicino ad una grande finestra ed una pila di copie
del Wall Street journal usate come bagno. Dal video e dalle foto che
documentano l’accaduto, si assiste ad una interazione uomo-animale, che parte
inizialmente con la diffidenza di entrambi e poi via via, con il passare delle
ore diventa comunicazione ed avvicinamento che stabilisce un’intesa ed una
fiducia tra le due parti. In senso più ampio indica una riconciliazione tra
uomo e natura. In questa performance l’artista non tocca mai con i piedi il
suolo americano facendosi trasportare su una barella con un’ambulanza
dall’atterraggio all’aeroporto al museo e viceversa.
7000
querce (1982-1987): l’opera dal significato artistico e soprattutto sociale ha
avuto inizio nel 1982, anno in cui 7000 grandi pietre di basalto sono state
posizionate dall’artista davanti al Museo Federiciano di Kassel (città della
Germania centro-occidentale). Tutte le pietre sono state vendute, in un arco di
cinque anni, e ad ognuna è stato associato un albero piantato nei pressi della
città; l’ultima quercia è stata piantata nel 1987 ma l’opera non era ancora
compiuta, e non lo è tutt’oggi, infatti ci vorranno molti anni (la stima indica
circa trecento) prima che tutti gli alberi diventino un rigoglioso bosco come
nell’intento dell’artista che però muore nel 1986.
Nella Land Art si fa arte uscendo dalle gallerie e facendo del paesaggio il soggetto e anche l’oggetto materiale per la realizzazione di creazioni di dimensioni monumentali. Gli artisti ntervengono direttamente sul paesaggio rendendolo non solo il protagonista principale dell’opera, ma usando i suoi elementi costituivi per dare forma al progetto artistico. La Land Art agisce modificando spesso, e in certi casi per sempre, la morfologia del luogo scelto per la realizzazione della creazione artistica. Tra di essi ci sono Christo e Jeanne-Claude, Robert Smithson e molti altri.
Spiral Jetty realizzata nel 1970 a Rozle
Point,
presso
il
Grande Lago Salato dello Utah da
Robert Smithson, il pioniere della Land Art
|
Nella Body Art (Gina Pane, Marina Abramović, Ana Mendieta, Regina José
Galindo e Valie Export sono alcuni nomi importanti) il corpo diventa il
supporto su cui creare l’opera d’arte… Corpo che viene usato
dall’artista, ossia corpo su cui compiere azioni oppure corpo che agisce esso
stesso, ed è la causa di eventi. Corpo come spazio critico-politico-culturale.
Corpo parlante, portatore di voce, di messaggi e di domande. Corpo molto spesso
femminile. Strumento rivoluzionario e di esplorazione dei limiti (propri ed
altrui) sia fisici che mentali. Corpo che è ferita visibile ed invisibile.
Corpo come territorio. Corpo con una propria identità che trasforma un pensiero
personale in collettivo. Un post specifico sarà dedicato all’opera di queste
donne.
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