martedì 2 maggio 2017

Arte concettuale

Per descrivere i contenuti di quest’arte d’avanguardia contemporanea che si sviluppa a partire dagli anni ’60 negli Stati Uniti, parto da una definizione tratta dal dizionario (fonte: enciclopedia Treccani). Cosa significa il termine concetto? L’etimologia della parola deriva dal latino concĕptu(m), participio passato del verbo concipĕre (cum-capĕre) ossia concepire, comprendere. Concetto è “ciò che la mente concepisce di una cosa; rappresentazione mentale, idea: nozione che definisce l’essenza di una cosa; opinione, giudizio, significato”. In filosofia: “pensiero, in quanto concepito dalla mente, più in particolare idea, nozione esprimente i caratteri essenziali e costanti di una data realtà che si forma afferrando insieme i vari aspetti di un determinato oggetto che alla mente preme aver presenti nel suo complesso”. Secondo la dottrina di Platone (e prima ancora quella di Socrate, cui già Aristotele ne attribuiva la scoperta) il “concetto” fa conoscere l’essenza della cosa, risulta astrazione di ciò che è intelligibile nella cosa stessa. Secondo la teoria di Hegel è l’essenza stessa delle cose, ma il vero “concetto”, come determinazione al tempo stesso logica e reale, va distinto dal “concetto” in quanto determinazione puramente astratta, frutto dell’intelletto, non della ragione. Per G. Frege la teoria del “concetto” appare correlata alla ricerca sul problema del significato. A questo punto possiamo ben comprendere quanto sia complessa la poetica che sottende all’Arte Concettuale che s’ispira al concetto della realtà rappresentata piuttosto che alla realtà stessa e la cui ricerca si concentra prevalentemente sul momento della progettazione e dell’ideazione dell’opera e sull’analisi della comunicazione e del linguaggio. Pertanto possiamo catalogare come Arte concettuale qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa. La definizione di Arte Concettuale nel contesto dell'arte contemporanea si deve a Joseph Kosuth (1945, in attività) per definire il suo obiettivo di arte basata sul pensiero e non sul piacere estetico. Le sue opere, generalmente, sono volte ad esplorare la natura dell’arte, focalizzando l’attenzione sull’idea e la riflessione piuttosto che produrre opere fine a sé stesse (non importanza del manufatto). Sono spesso affermazioni tautologiche, in quanto le opere sono letteralmente ciò che viene affermato siano. E’ del 1965 l’opera “Una e tre sedie” caratterizzata da una vera sedia, una sua rappresentazione fotografica ed un pannello su cui era stampata la definizione da dizionario della parola “sedia” con lo scopo di meditare sulla relazione tra immagine e parola. Si possono suddividere le esperienze concettuali utilizzando due parole: “pensiero” ed “azione”. Nel primo caso abbiamo artisti la cui attività, pur legata alla produzione di opere concrete, si pone come messaggio prettamente intellettuale. Nel secondo caso rientrano quelle esperienze artistiche che non producono opere ma solo eventi temporalmente limitati, e la cui traccia rimane solo nella testimonianza (fotografia e video) dell’evento stesso. A quest’ultima categoria appartengono molta della Land Art e la Body Art, con due forme di azione artistica definite happening e performance che, nonostante molte analogie, si distinguono per la componente d'improvvisazione e del caso(da ricordare le serate futuriste e il Cabaret Voltaire nel Dadaismo) anche con l’intervento dello spettatore (che diventa attore a tutti gli effetti) tipica della prima che non sempre ritroviamo nella performance, che spesso è pianificata con un copione da parte dell’artista pertanto un’azione il cui esito non è casuale ma è quello che specificamente l’artista vuole ottenere.
J. Kosuth Una e tre sedie (1965)
J. Kosuth Una e tre lampade
(1965)

Joseph Beuys (1921-1986) “lo sciamano dell’arte”. Due le performance più importanti e famose.
I like America and America likes me (1974): la galleria newyorkese che la ospita per tre giorni è la René Block Gallery. L’azione performante si basa sul rapporto tra l’artista, ossia l’uomo, ed un animale selvaggio, un coyote che rappresenta una figura simbolo degli antichi abitanti delle praterie americane, simbolo della civiltà Navajo. Beuys, avvolto da una grande coperta in feltro con in mano un lungo bastone da pastore, trascorre tre giorni in una gabbia insieme al coyote. Pochi sono gli oggetti presenti all’interno, un giaciglio di fieno collocato in angolo vicino ad una grande finestra ed una pila di copie del Wall Street journal usate come bagno. Dal video e dalle foto che documentano l’accaduto, si assiste ad una interazione uomo-animale, che parte inizialmente con la diffidenza di entrambi e poi via via, con il passare delle ore diventa comunicazione ed avvicinamento che stabilisce un’intesa ed una fiducia tra le due parti. In senso più ampio indica una riconciliazione tra uomo e natura. In questa performance l’artista non tocca mai con i piedi il suolo americano facendosi trasportare su una barella con un’ambulanza dall’atterraggio all’aeroporto al museo e viceversa.

7000 querce (1982-1987): l’opera dal significato artistico e soprattutto sociale ha avuto inizio nel 1982, anno in cui 7000 grandi pietre di basalto sono state posizionate dall’artista davanti al Museo Federiciano di Kassel (città della Germania centro-occidentale). Tutte le pietre sono state vendute, in un arco di cinque anni, e ad ognuna è stato associato un albero piantato nei pressi della città; l’ultima quercia è stata piantata nel 1987 ma l’opera non era ancora compiuta, e non lo è tutt’oggi, infatti ci vorranno molti anni (la stima indica circa trecento) prima che tutti gli alberi diventino un rigoglioso bosco come nell’intento dell’artista che però muore nel 1986.

Nella Land Art si fa arte uscendo dalle gallerie e facendo del paesaggio il soggetto e anche l’oggetto materiale per la realizzazione di creazioni di dimensioni monumentali. Gli artisti ntervengono direttamente sul paesaggio rendendolo non solo il protagonista principale dell’opera, ma usando i suoi elementi costituivi per dare forma al progetto artistico. La Land Art agisce modificando spesso, e in certi casi per sempre, la morfologia del luogo scelto per la realizzazione della creazione artistica. Tra di essi ci sono Christo e Jeanne-Claude, Robert Smithson e molti altri.

Spiral Jetty realizzata nel 1970 a Rozle Point, 
presso il Grande Lago Salato dello Utah da 
Robert Smithson, il pioniere della Land Art

Christo Scogliera di Little Bay in Australia (1968-1969). Il più noto artista della Land Art è Christo che crea insieme alla moglie Jeanne-Claude. Lui nasce in Bulgaria il 13 giugno del 1935. Lei in Marocco a Casablanca il 13 giugno del 1935. Entrambi si trasferiscono a Parigi, dove di incontrano, nel 1958. Le opere di Christo hanno una caratteristica fondamentale, vengono “impacchettate”. Vengono ricoperte e nascoste con teli e corde scogliere, isole, palazzi, monumenti, si creano installazioni di grandi dimensioni, ottenendo opere con una nuova estetica che richiedono di essere innanzitutto pensate, studiate e poi progettate ma fatte per essere temporanei. Modificano il paesaggio solo per un tempo fissato, e mai entrano in contrasto con il territorio e l’ambiente circostante bensì lo enfatizzano e attirano l’attenzione su di esso, creando un velo di mistero che non deve essere visto come un’offesa ma un tributo. Lo scopo dell’artista è quello di elevare maggiormente quello che viene celato sotto le sue coperture.   Molte le opere che si possono analizzare sul sito dell'artista.
The fallen, novemila sagome impresse sulla sabbia della Costa della Normandia. Tante quante furono le vittime dello sbarco all’alba del 6 giugno del ’44. Sagome realizzate una ad una (nel 2013) da Jamie Wardley e Andy Moss, per ricordare… in occasione della Giornata mondiale della pace.


Nella Body Art (Gina Pane, Marina Abramović, Ana Mendieta, Regina José Galindo e Valie Export sono alcuni nomi importanti) il corpo diventa il supporto su cui creare l’opera d’arte… Corpo che viene usato dall’artista, ossia corpo su cui compiere azioni oppure corpo che agisce esso stesso, ed è la causa di eventi. Corpo come spazio critico-politico-culturale. Corpo parlante, portatore di voce, di messaggi e di domande. Corpo molto spesso femminile. Strumento rivoluzionario e di esplorazione dei limiti (propri ed altrui) sia fisici che mentali. Corpo che è ferita visibile ed invisibile. Corpo come territorio. Corpo con una propria identità che trasforma un pensiero personale in collettivo. Un post specifico sarà dedicato all’opera di queste donne.

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