Doppio, duplice e doppiezza. Parole e significati che hanno da sempre, ed ancora, affascinato pittori e fotografi. La rappresentazione della realtà, attraverso la pittura e la fotografia, di soggetti uguali o simili, non è altro che un rafforzamento ed un’enfatizzazione del concetto, essendo un "raddoppio in una replica". Pensiamo ai gemelli, una forma di tautologia, in cui
si assiste alla perdita dell’unicità, in cui possiamo trovare anche delle differenze
ed una sensazione perturbante, caratteristiche queste che ne sottolineano
l’interesse da parte degli artisti. Basti pensare a René Magritte con il suo
dipinto dal titolo “Decalcomania” (1966) ed i ritratti in cui è stato egli
stesso fotografato da Duane Michals. Ma anche “Le due Frida” (1939) di Frida
Kahlo, l’autoritratto con due volti (1922) di Giorgio De Chirico e ancora il
“Doppio ritratto di artisti” (1654) di Jean Baptiste de Champaigne e Cesare
Sofianopulo con “Autoritratto bifronte” (1936). In fotografia non possiamo non
citare le gemelle di Diane Arbus (“Identical Twins” del 1967, che in effetti
tanto identiche non sono) ed ancora i doppi di Maurice Gilbert, Claude Cahun,
Man Ray e Alighiero Boetti (quest’ultimo con “Gemelli” datato 1968).
Jean Baptiste de Champaigne Doppio ritratto di artisti (1654) |
Alighiero Boetti Gemelli (1968) |
Cesare Sofianopulo Autoritratto bifronte (1936) |
Claude Cahun The life and death (1928) |
Diane Arbus Identical Twins (1967) |
Duane Michals Magritte Coming and Going (1965) |
Frida Kahlo Le due Frida (1939) |
Giorgio De Chirico Autoritratto con due volti (1922) |
Man Ray The Kiss (1935) |
Maurice Gilbert Henri de Toulouse-Lautrecas as artist and model ( 1892) |
Rene Magritte Decalcomania (1966) |
Ma anche i
fotografi contemporanei analizzano e studiano questa tematica ed ognuno lo fa
con la sua sensibilità ed esperienza ed in molti dei lavori emergono più che le
somiglianze le diversità e la psicologia dei soggetti in esame. E così il
cinese Gao Rongguo dal 2011 al 2013 - nel suo progetto “gemelli identici” - ha
girato 511 villaggi per trovare e fotografare 23 coppie di gemelli con più di
50 anni di età. Attraverso questo lavoro antropologico egli documenta che, anche se appena nati e durante
tutta l'infanzia possono essere identici, la crescita e i percorsi di vita differenti
possono renderli un pó meno simili. Nelle sue immagini i fratelli gemelli si
ritrovano faccia a faccia, l'uno di fronte all'altro, simili ma allo stesso
tempo diversi a causa dei segni lasciati dal tempo. Non troppo diverso quello
che ci presenta Martin Schoeller. Fotografo tedesco che vive e lavora a
New York, è specializzato in ritratti che hanno la particolarità di essere
molto dettagliati: “uso il flash e le luci per mettere in risalto gli occhi e
la bocca. Credo che questi due elementi mostrino al meglio l’unicità di ogni
volto ma allo stesso tempo ci rendano tutti uguali. Mi piace riflettere su cosa
rende speciale l’espressione specifica di un personaggio e cosa ha in comune
con quella di un altro”, ha spiegato Schoeller. La sua ultima serie riguarda i
gemelli nei quali possiamo vedere similitudini e diversità; anche in questo
caso differenze che aumentano con il passare dell’età; stile di vita,
condizioni sociali e di salute, tutti elementi che influiscono sui caratteri
somatici di ogni individuo. Interessante
il fotografo e chirurgo americano David Teplica; nella serie “Twins” da
oltre 25 anni esplora, in modo
creativo, anatomico e scientifico, gli affascinanti legami psicologici, emotivi
e fisici che i cloni naturali (ossia i gemelli omozigoti) condividono. Annette
Schreyer, nata in Germania ma per la quale l’Italia è l’origine della sua
carriera fotografia, afferma: “Anch’io
sono una gemella e con mia sorella, che vive a Toronto, ho un legame
fortissimo. Quindi, il mio obiettivo è mostrare questo rapporto di simbiosi,
soprattutto quando si è adolescenti”. Uno studio psicologico di inquietudini umane
e bellezza formale. Bellezza e perfezione
tipiche dei ritratti di Loretta Lux, anche lei tedesca (attualmente vive e
lavora in Irlanda). I bambini sono i suoi soggetti, rappresentati con uno stile
surreale dai colori con tonalità pastello. Uno stile molto personale: sembrano
porcellane diafane, protagonisti di fiabe con uno sguardo - gli occhi grandi -
triste e pensieroso. Wendy Mcmurdo fotografa scozzese lavora con la fotografia
tradizionale e tecniche digitali per manipolare l'immagine, eliminando
deliberatamente o sottolineando alcuni elementi per minare l'obiettività
apparente dell'immagine fotografica e per evidenziare il soggetto. Nella serie
Doppelgänger (che significa letteralmente duplicatore) ogni bambino viene
digitalmente raddoppiato (ossia copiato e incollato), per ottenere due gemelli
che non sono semplicemente simili ma identici in ogni dettaglio. Ci presenta scene
di curiosità, di collaborazione o di concorrenza dove ogni bambino diventa il
compagno di gioco o il rivale dell'altro. Oltre ai gemelli ci sono altri
elementi ed altre metafore che ci parlano di “doppio”, non in ultimo lo
specchio, molto utilizzato in ambito artistico, ma per questa ragione gli sarà
dedicata una riflessione in un altro post.
Photo by Annette Schreyer http://annetteschreyer.com |
Photo by David Teplica http://www.davidteplica.com |
Photo by Gao Rongguo |
Photo by Loretta Lux http://www.lorettalux.de |
Photo by Martin Schoeller https://martinschoeller.com |
Photo by Wendy Mcmurdo https://wendymcmurdo.com |
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