venerdì 8 giugno 2018

Giochiamo con l'arte... capitolo 1

Avete voglia di divertirvi con me? Avete voglia di mettervi in gioco?
Vi propongo un passatempo che consiste nel cercare d’identificare nomi di autori e opere in questione solo in base alla mia descrizione, che di volta in volta vi fornirò. Potranno essere fotografie, dipinti, disegni, sculture... Scrivete la vostra soluzione nei commenti e… Buon divertimento!

Due città. Torino e Genova. Due dipinti. Uno di dimensioni ridotte e minore qualità. Lo stesso identico soggetto. Lo stesso autore. Un “caravaggista” che nasce a Pisa nell’anno in cui termina il Concilio di Trento e muore a Londra nel 1639. Una figlia, forse più famosa di lui.
Il dipinto, realizzato nel 1623, durante il soggiorno genovese dell’autore e poi spedito a Torino presso la galleria Sabauda, fu fatto per il duca Carlo Emanuele di Savoia mentre una seconda copia, più piccola, datata 1623-1624 si trova nella Basilica di San Siro sita nel centro storico di Genova.
In quest’olio su tela la scenografia è rappresentata dallo scorcio di una stanza. Sulla destra del dipinto appare parte di una finestra da cui si vede il cielo terso e da cui filtra un intenso raggio di luce. Una colomba la attraversa per entrare nella scena. In fronte all’osservatore, candide lenzuola bianche di un letto disfatto e, sul retro, degli spessi drappi, di colore rosso scuro, fanno da sfondo.
Due figure, una femminile ed una maschile, si trovano al centro. Lei, in piedi, ha il corpo teso in avanti e la testa leggermente inclinata come a fare un inchino, gli occhi sono chiusi e lo sguardo rivolto verso il basso. La sua mano destra, all’altezza della spalla, è aperta, il palmo rivolto verso di noi, in un cenno di saluto. L’altra tiene la leggera veste blu che le copre parte di un lungo abito anch’esso di colore rosso, tipici della veste descritta, come possiamo osservare già dalle prime rappresentazioni risalenti al Medioevo (1100 circa). Il capo è coperto da un velo che lascia intravedere i lisci capelli castani ed il volto, la cui espressione è dolce e remissiva. Le guance tinte di un lieve rossore sembrano far trapelare la sua timidezza di fronte alla figura che sta in ginocchio al suo fianco. Costui ha una mano il cui indice è rivolto verso l’alto, ad indicare la colomba, mentre con l’altra tiene un giglio bianco. I piedi sono scalzi e spuntano dalla lunga veste gialla e rosa. Lo sguardo è rivolto verso la donna ed il viso è incorniciato da boccoli dorati. Delle grandi ali bianche, che fuoriescono dalle sue scapole, sono dipinte con dovizie di particolari che ben evidenziano le singole piume fino a farne avvertire la morbidezza. Due sono i simboli presenti: la colomba che rappresenta lo Spirito Santo e il giglio bianco che sta a significare la purezza, l’innocenza, il candore. Tutto è descritto in dettaglio, i colori sono intensi, le ombreggiature ben evidenti. La tecnica pittorica rende tale opera il capolavoro di questo artista ed uno dei maggiori dipinti devozionali nel periodo della controriforma.

2 commenti:

  1. Orazio Gentileschi!
    Monica, l'idea di quiz sull'arte mi piace tantissimo!

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  2. Grazie Roberta! Si esatto L'opera in questione è di Orazio (Lomi) Gentileschi “Annunciazione” (1623)

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