Affermatasi nel
corso del XIX secolo, anche se nei primi del 900 le avanguardie storiche
interessano tutta l’Europa, Parigi, con i suoi quartieri di Montmartre e
Montparnasse, ha un ruolo fondamentale in campo artistico. C’è un indirizzo
fondamentale nella Parigi degli anni ’20: Rue De Fleurus numero 27. Oggi,
affissa vicino al portone nero in ferro battuto, troviamo una placca marmorea
con la scritta “Gertrude Stein
1874-1946 écrivain américain vécut avec son frère Leo Stein puis avec Alice B.
Toklas elle y reçut de nombreux artistes et ecrivains de 1903 à 1938” (Gertrude Stein
1874-1946 scrittrice americana vissuta con il fratello Leo Stein e poi con
Alice B. Toklas ha ricevuto molti artisti e scrittori dal 1903 al 1938). Stiamo
parlando della casa di una scrittrice-poetessa americana, nonché mentore, mecenate,
collezionista e donna lungimirante. Lei è Gertrude Stein. Nata nella città di
Allegheny in Pennsylvania, e figlia di una ricca famiglia d’immigrati tedeschi
di origine ebraica, si trasferisce a Parigi, nel 1903, dove vivrà fino alla sua
morte. La sua passione per l’arte viene condivisa con i fratelli Leo e Michael;
l’uno critico d’arte, l’altro uomo d’affari che finanziò, insieme alla moglie
Sarah, gli acquisti di opere d’arte dei fratelli. Ben presto le pareti del suo
salotto, com’è possibile apprezzare dalle innumerevoli fotografie storiche, si
riempiono di quadri di autori quali Cézanne, Renoir, Toulouse-Lautrec, Matisse,
Derain, Braque, Duchamp, Man Ray, Picabia, Picasso e tanti altri. In particolare
strinse un forte legame con Picasso al quale ha dedicato una monografia datata
1938. D’altro canto è famoso il ritratto che lo stesso pittore ha fatto a
Gertrude nel 1906 dal titolo “Ritratto di Gertrude Stein”. Il quadro,
riconosciuto dagli studiosi dell’arte come il primo quadro proto-cubista, è
oggi esposto al Metropolitan Museum of Art di New York. In
questo dipinto, a cui l’artista pare abbia dedicato molto tempo e molte sedute
di posa, sono evidenti i primi tratti della pittura tipicamente cubista. Il
ritratto ha le forme semplificate ed essenziali. I tratti del volto sono
marcati e duri, senza dettagli, gli occhi neri, di diversa dimensione, indicano
profondità e l’insieme ricorda una maschera africana (l’arte africana in questi
anni ha influenze nella pittura europea). La figura è massiccia ed il viso, con
le sue caratteristiche, è diverso dal resto del dipinto. Nelle mani ci sono più
dettagli e le forme sono meno spigolose e marcate. Da considerare che questo
ritratto è precedente di un anno a “Le demoiselles d'Avignon” (1907), il
primo vero dipinto cubista.
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"Ritratto di Gertrude Stein" di Pablo Picasso (1906) |
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"Gertrude Stein e Alice B. Toklas" foto di Man Ray (1922) |
Ma Gertrude è
stata anche una scrittrice ed una poetessa molto fertile e fondamentale per
tutta la letteratura dell’epoca e quella successiva. Tra se sue opere principali
ricordiamo “Tre vite” (1909) e “Autobiografia di Alice Toklas” (1933). Da
notare che Alice Toklas (1877-1967) è stata la sua compagna per tutta la vita
ed insieme aprirono il salotto oltre che ai pittori (tra cui Picasso, la sua
migliore “invenzione”) anche a scrittori del calibro di Guillaume Apollinaire,
Ernest Hemingway, Jean Cocteau, la coppia più ambita degli anni ruggenti
francesi, Zelda e Francis Scott Fitzgerald e quella che
è stata definita la “lost generation” americana. Questa definizione è una
invenzione della stessa Gertrude Sterin “génération
perdue” ma è stata resa popolare da Hemingway nel suo primo romanzo “Festa
mobile” (romanzo pubblicato postumo).
C’è un’altra
donna molto importante nel mondo dell’arte: Peggy Guggenheim (1898-1979),
definita come la collezionista che ha rivoluzionato la storia dell’arte del
900. Nella biografia scritta nel sito web del suo museo (Collezione Peggy
Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Venezia) troviamo “Peggy Guggenheim svolse un ruolo determinante nella storia dell'arte
del Novecento. Era solita dire che era suo dovere proteggere l'arte del suo
tempo e a questa vocazione e alla creazione del suo museo dedicò buona parte
della vita”. Nata a New York, da una famiglia di emigrati ebrei della
Svizzera tedesca, inizia a lavorare da giovane presso la libreria Sunswise Turn
a New York. La Guggenheim ha, in questo modo, la possibilità di frequentare
importanti circoli e salotti, dove incontra molti intellettuali dell'epoca.
Entra così nel mondo delle avanguardie. La sua vita, dominata dall’arte e
tormentata da tre figure maschili (Laurence Vail, John Holms e Max Ernst), sarà
divisa tra New York, Parigi, Londra e Venezia, città molto amata dalla
Guggenheim. Proprio qui alla fine del 1948 acquisterà il Palazzo Venier dei
Leoni, sul Canal Grande, che diventerà la sua dimora, e sarà il luogo dove
trascorrerà trent’anni della sua vita continuando a collezionare e supportare
gli artisti dell’epoca. La tomba con le sue ceneri si trova nel giardino del
Palazzo vicino a dove sono seppelliti i resti dei suoi amati e inseparabili
cagnolini (“Here lie my beloved babies”). Aperta al pubblico nel 1951, la casa
o meglio il museo di Peggy Guggenheim, oggi ospita la collezione personale di
arte del ventesimo secolo della collezionista, ma anche opere di altre
collezioni e mostre temporanee. Molti, anzi moltissimi sono gli artisti che
circondano la vita della Guggenheim e per citare i più famosi ricordiamo:
Marcel Duchamp, Jean Cocteau, Vasily Kandinsky, Francis Picabia, Georges
Braque, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Mark Rothko e Jackson Pollock (uno dei
padri dell’Espressionismo Astratto).
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Peggy Guggenheim e J. Pollock foto di G. Kargar (1943) |
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Peggy Guggenheim (1950) |
Quest’ultimo otterrà la sua prima
“personale” nel 1943 a New York. Peggy Guggenheim, nel ruolo di mecenate e
collezionista degli esponenti della nascente avanguardia newyorkese, sarà la
figura fondamentale nella nascita e nello sviluppo del primo movimento
artistico americano di livello internazionale. Con l’apertura di diverse
gallerie e musei di arte moderna (ricordiamo anche la Fondazione Solomon R
Guggenheim, creata nel 1937 e dal 1959 ospitata nel famoso edificio a spirale
di Frank Lloyd Wright situato nella 5th Avenue a New York), grazie alla
scoperta e l’incoraggiamento di molti artisti della sua epoca, grazie al suo
amore per l’arte, alla sua sensibilità e lungimiranza Peggy Guggenheim, è stata
davvero una figura fondamentale nel panorama delle arti figurative del suo
tempo e di quello che è stato dopo di lei.
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