Ecco il grande
punto di rottura! Per la prima volta nella storia dell’arte non esiste più
l’oggetto. Abbiamo assistito ad una pittura che ne ha riprodotto l’esatta
copia, oppure lo ha catturato in un istante preciso, lo ha scomposto, gli ha persino
cambiato significato e poi… e poi l’Astrattismo.
Questo movimento
ha le sue origini nel 1911 a Monaco dove Wassilj Kandinsky (1866-1944) insieme
a Franz Mark (1880-1916) danno vita a “Il Cavaliere Azzurro”. Pur non
dimenticando lo svizzero Paul Klee (1879-1940), il culmine viene raggiunto in
Olanda con Piet Mondrian (1872-1944) e ancor più in Russia con Kazimir Malevic
(1879-1935) e quello che viene definito Suprematismo russo. Per riassumere in
poche parole le caratteristiche di questi pittori possiamo scrivere che
Kandinsky dipinge con i sentimenti e li rappresenta fino a raggiungere la
“forma” astratta, Klee ha come punto di partenza, e dipinge, la mancanza della
forma, Mondrian calcola scientificamente le sue opere che sembrano veri
esercizi matematici, infine lui, Malevic ossia l’astratto per eccellenza, il “deserto dove nulla è riconoscibile, eccetto
la sensibilità” come lo definisce lui stesso nel manifesto del Suprematismo
russo, scritto nel 1915 a San Pietroburgo: “per
suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nelle arti
figurative. I fenomeni della natura oggettiva, in se stessi, dal punto di vista
dei suprematisti, sono privi di significato; la sensibilità come tale, in
realtà, è del tutto indipendente dall’ambiente nel quale è sorta. […] L’oggetto
in se stesso è senza significato. […] Decisiva è invece la sensibilità”.
Queste teorie vengono sviluppate nel 1927 nel suo trattato più famoso dal
titolo “Il suprematismo come modello della non rappresentazione”. Due sono le
sue opere più provocatorie. La prima del 1913, “Quadrato nero” e “Quadrato
bianco su fondo bianco” (1918).
Musica,
sentimenti, colori. Sono questi i tre componenti fondamentali della poetica
Kandinskiana. Nel suoi trattati “Sguardi sul passato”, “Lo spirituale
nell’arte” e nel seguente “Punto, linea, superficie” Wassily Kandinsky associa
ad ogni strumento un sentimento ed un colore e ad ogni forma, ed alla
combinazione dei due, un significato. Linee e forme diventano metafore per
rappresentare il mondo attraverso lo spirito. Il suo percorso consiste nel
rendere il mondo reale via via più lontano dalla natura fino a diventare solo
forma e colore, fino a diventare astratto pur mantenendo non un fine estetico,
o decorativo che dir si voglia, bensì di comunicazione. Il contenuto ed il
significato dell’opera astratta è reso attraverso la completa mancanza di
quello a cui siamo abituati a vedere, la mancanza di quello che ci circonda.
In Olanda troviamo
un altro importante capofila della pittura astratta: Mondrian, il fondatore di
“De Stijl” (Lo stile 1918), un movimento, coadiuvato dalla rivista omonima.
Quello di Mondrian è stato uno studio metodico e graduale, per arrivare
all’astrattismo, attuato con la serie di tele (tra il 1908 e il 1912) tutte raffiguranti
lo stesso soggetto: un albero. Nel corso delle successive rappresentazioni
l’albero da naturale subisce un processo di semplificazione e riduzione,
attraversando varie fasi passando per quella cubista fino a diventare
cubista-astratta, cioè la mancanza di quello che è naturale. Da questi quadri
Mondrian inizia il percorso verso l’utilizzo della geometria, slegandosi dai
principi del Cubismo. Arriva in questo modo a dipingere rettangoli e quadrati
in cui le campiture di colore uniformi, piatte e pure (rosso, giallo, blu e
bianco), sono separate da linee rette nere e ben definite, eliminando le curve.
Rimuove dunque ogni residuo di pennellata e segno emozionale (che era ancora
tipico di Kandinsky). Anche queste tele (che lui chiama composizioni) diventano
via via più semplici con un ridotto numero di rettangoli, quadrati e colori.
Partendo da immagini come riproduzioni, ottiene creazioni artistiche progettate
per rappresentare armonia e bellezza. E’ noto che ogni suo quadro sia la
sintesi di tanti bozzetti e tante prove per ottenere un equilibrio tra forma,
dimensione e colore, tra superfici bianche e colorate.
L’astrattismo
influenzerà molta della pittura moderna e contemporanea a partire dal secondo
dopoguerra come del resto, tutte le avanguardie storiche che si sono succedute
e sovrapposte fino agli anni ’30. Con le loro scoperte nel campo della tecnica e
dell’espressione, sono state un punto di rottura con il passato e un punto di
partenza per il futuro. Uno degli esiti più interessanti e suggestivi dell’Astrattismo, è dato
dall’Action Painting del pittore statunitense Jackson Pollock (1912-1956). Egli, a partire dal 1946, inventò il dripping, ossia la tecnica di porre il
colore sulla tela posta a terra, mediante sgocciolatura e spruzzi. Nei quadri così
ottenuti risultano delle immagini confuse e indecifrabili. Cosa
esprimono? Il senso del caos, che è una
rappresentazione della realtà, forse, più vera di quelle che ci propone la
razionalità umana. L’arte, in questo modo, non solo nega il concetto di
immagine, ma nega il fondamento stesso dell’arte.
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kandinsky - Composizione VIII (1923) |
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Mondrian Composition II in red blue yellow (1930) |
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Malevich Quadro bianco su fondo bianco (1918) |
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Jackson Pollock |